La Basilica della Santa Casa
La Santa Casa è la reliquia che fa di Loreto la meta di pellegrinaggi da tutto il mondo (se vuoi conoscerne la storia clicca qui). Nella nicchia si venera la statua della Vergine Lauretana, opera di L. Celani (1922), la quale sostituì quella originaria del XIV secolo, andata distrutta in un incendio (1921). La Santa Casa fu affrescata all'interno con dipinti votivi del XIV secolo.
Il Rivestimento marmoreo che la protegge fu progettato da Donato Bramante (1506 c.a.) a somiglianza dell' "Ara Pacis", come se si trattasse di un grandioso e prezioso reliquiario. Fu realizzato grazie alla compartecipazione di molti scultori (1511-1538): A. Sansovino, B. Bandinelli, R. da Montelupo, N. Tribolo, F. da Sangallo, D. D'Aima, I fratelli Lombardo e i fratelli Della Porta, A. da Sangallo.
E' ornato dalle figure dei Profeti e delle Sibille, racchiusi entro nicchie, e da scene della vita di Maria. Di particolare rilievo sono l'Annunciazione del Sansovino, che fa da pala all'altare maggiore; e la Traslazione della S. Casa, nella parte posteriore del complesso scultoreo, con la rappresentazione del "miracoloso trasporto" così come narrato dalla tradizione popolare. Si tratta di uno dei complessi scultorei monumentali più importanti del rinascimento italiano.
La Cupola fu affrescata tra il 1890-1907 da Cesare Maccari con le raffigurazioni delle Litanie Lauretane e delle Storie dell'Immacolata. Parte dei precedenti affreschi del Pomarancio sono nel Museo Antico Tesoro.
Attorno alla Santa Casa si irradiano nove cappelle absidali che in passato erano decorate con affreschi e dipinti su tela di vari artisti del XVI e del XVII secolo (oggi esposte al Museo Antico Tesoro). Alla fine dell' 800, a seguito dei restauri della chiesa, le cappelle furono affrescate con il contributo dei cattolici di varie nazioni del mondo, per questo oggi sono dedicate a quelle nazioni. Parteciparono alla decorazione importanti pittori quali: L. Seitz, M. Faustini, C. Donati, A. Gatti, B. Biagetti, C. Lameire, B. Steffanina.
Di particolare rilevanza sono:
Cappella dei Duchi di Urbino
È l'unica cappella sopravvissuta ai restauri del XIX secolo. Fu affrescata da Taddeo Zuccari nel 1582 e decorata con splendidi stucchi dal Brandani. La pala d'altare era la famosa Visitazione di Federico Barocci (1580). Oggi se ne può vedere una copia in mosaico del XVIII secolo, mentre l'originale si trova presso i Musei Vaticani.
Sagrestia di San Luca
E' arredatata con splendidi armadi intarsiati del XVI secolo. Da qui si passa per accedere nella Cripta del S. Crocifisso.
Sagrestia di San Marco
Fu affrescata dal Melozzo da Forlì (1477-1479) con angeli che sorreggono gli strumenti della Passione e Profeti nella volta, e l'Ingresso di Geù a Gerusalemme alle pareti.
Sagrestia di San Giovanni
Fu affrescata da Luca Signorelli (1481-1485) con la rappresentazioni di angeli musicanti nella volta, gli Apostoli e l' Incredulità di S.Tommaso alle pareti, e La conversione di Saulo nel sovrapporta. Sono di sua mano anche i monocromi che si trovano sulla volta della navata centrale della basilica.
Cappella del Battistero
La fonte battesimale fu realizzata da Tiburzio Vergelli (1600-1607), e gli affreschi sono del Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio (1612-1615).
Andito della Sagrestia Nuova
Fu decorata con eleganti stucchi da Francesco Silva (sec. XVII), e custodisce una collezione di dipinti di vari artisti tra cui Guido Reni e Simone Cantarini.
Sagrestia Nuova o Sala del Tesoro
La sala è nata per custodire i doni votivi che sono giunti per secoli alla Vergine Lauretana. Gli affreschi e la pala d’altare sono di Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio (sec. XVI).
Basilica inferiore o Cripta dei Santi Pellegrini
L'ampio ambiente è stato recuparato in occasione del Giubileo del 2000. L'altare è stato realizzato recuperando dei mensolini antichi. La croce processionale è stata creata da Valeriano Trubbiani e donata dall’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. La porta d'ingresso in cui è rappresentata l'Annunciazione ad ante chiuse, il Trasporto della Santa Casa e la Vergine Lauretana ad ante aperte, è opera di Massimo Aranci.